L'altra parte del muro: dal 7 ottobre alla guerra di Gaza

Ho trascorso un anno tra amici che si preoccupavano ogni volta che attraversavo la propria linea “nemica”. Un anno accompagnato da un’altalena di emozioni che da più di un decennio mi scorta in questo passaggio per me ormai diventato metafisico. Una pagaiata nel fiume verso il centro della foresta come nella narrazione di Conrad. Ho passato un mese raccogliendo storie fatte di odio, risentimento, diffidenza. Ho raccolto testimonianze di dolore, incredulità, coraggio, orgoglio, resistenza, resilienza. Il conflitto scoppiato il 7 Ottobre non è più solo una questione militare, o di territorio, o di giustizia morale. E’ invece oggi qualcosa che tocca le corde più profonde dei due popoli. Una questione esistenziale che non risparmia nessuno. Quanto ancora dovranno i Palestinesi subire la paura dell’occupazione? Per quanto ancora gli israeliani dovranno mandare i propri figli a morire per avere salvaguardata la propria esistenza in quanto ebrei? Quanto sangue e quanto odio da entrambe le parti ci vogliono per raggiungere il punto di rottura per dire basta? Il 7 Ottobre ha sconvolto tutti gli equilibri e radicalizzato anche i più moderati da entrambe le parti. Proprio quei piccoli semi di pace che, nonostante tutti i nostri proclami dal di fuori, cercavano di costruire ponti. I vari Ahmed, Ami, Aviv, Samar, Mojihaid, Aliza, Nissan che tessevano fili di speranza senza troppa pubblicità. Braccio a braccio, consapevoli delle complessità di un conflitto che si estende a livello globale. (Nino Orto)

La mostra fotografica intende offrire uno sguardo umano e autentico sulle vite di coloro che vivono su entrambi i lati del muro che divide Israele e Palestina, con la rara prospettiva di chi ha la possibilità di attraversarlo.

Osservando in prima persona nel corso di oltre un decennio, Nino Orto cerca di evidenziare le sfumature di un conflitto che non è solo politico o militare, ma profondamente radicato nelle paure, nei sogni, e nelle speranze delle persone comuni.

A un anno dal massacro compiuto da Hamas e dalle operazioni militari israeliane a Gaza, la mostra rappresenta un viaggio unico nelle difficoltà, nelle paure e nella resilienza dei due popoli, che spesso non riescono a vedersi l’un l’altro se non attraverso le lenti della paura e del risentimento.

Nino Orto ha documentato l’ultimo anno di questo conflitto complesso e straziante, muovendosi tra le linee, ascoltando voci da entrambi i lati e vivendo l’altalena emotiva di coloro che si trovano in prima linea. Questa esperienza vuole essere metafora di un viaggio interiore, un’esplorazione della condizione umana quando è messa di fronte a pericoli esistenziali.

La mostra invita il pubblico a guardare oltre i confini fisici e psicologici del muro, spingendosi oltre le narrazioni ufficiali per riscoprire un’umanità condivisa, spesso ignorata o dimenticata. Attraverso le immagini cerca di dare voce ai legami sottili che, nonostante tutto, resistono al radicalismo e alla divisione.

Questi frammenti di speranza e di vite intrecciate in un contesto tanto complesso rappresentano un appello silenzioso ma potente alla riflessione, alla consapevolezza e, infine, a un cambiamento di prospettiva.

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