Secondo fonti ufficiali, con il South Pars, Teheran potrebbe guadagnare fino a 167 miliardi di dollari all’anno a partire dal 2017-18 (di Giovanni Andriolo) L’Iran prevede di produrre 100 milioni di metri cubi di gas naturale al giorno prima della fine dell’anno. Ma non il 31 dicembre prossimo, bensì entro il 20 marzo, ultimo giorno del calendario iraniano. La riserva da cui estrarre questo quantitativo? Il mega giacimento South Pars. Parola del Ministro del petrolio locale, Bijan Namdar Zanganeh.
I lavori di trivellazione del giacimento, affinchè diventi operativo, sarebbero a buon punto: secondo Hamid-Reza Shafiei Mokvand, direttore del progetto, 22 trivelle sarebbero già posizionate, mentre altre 44 saranno posizionate nelle prossime settimane.
Il South Pars è un giacimento particolare: la sua estensione di 9.700 chilometri quadrati è situata per 3.700 chilometri in acque territoriali iraniane, mentre gli altri 6.000 km si trovano nelle acque del Qatar. Un vicino scomodo, nel settore del gas naturale: si tratta infatti di uno dei maggiori produttori ed esportatori al mondo.
Secondo fonti ufficiali iraniane, Teheran potrebbe guadagnare fino a 167 miliardi di dollari all’anno a partire dal 2017-18, con il South Pars iraniano che produce attualmente 270 milioni di metri cubi di gas e 8.000 tonnellate di gas liquido al giorno. Secondo i piani, quando le raffinerie in attività nel giacimento saranno 14 – attualmente sono 5 – l’Iran potrà raggiungere la cifra prevista di 167 miliardi di dollari.
Una valida alternativa, quella del gas, al settore petrolifero, che attualmente sembra essere la sola fonte di sostentamento per l’economia iraniana, che sta già soffrendo per l’abbassamento dei prezzi a livello mondiale.
Tuttavia, come le previsioni di crescita di Teheran in ambito petrolifero sono state smorzate dalla pressione di antagonisti internazionali, a livello politico ed economico, non è improbabile che anche il boom del gas iraniano possa essere minato da dinamiche geopolitiche parallele.
La convivenza nel South Pars con il Qatar, ad esempio, potrebbe rivelarsi tutt’altro che semplice.