L’ex rais yemenita, detronizzato nel 2012, durante il suo governo avrebbe accumulato una fortuna di circa 60 miliardi di dollari. (di Nino Orto) Ali Abdullah Saleh, ex-presidente dello Yemen, avrebbe accumulato fino a due miliardi di dollari all’anno a partire dal 1978, anno in cui prese il potere nel Paese, e possederebbe un tesoro di oltre 60 miliardi di dollari. A rivelarlo un rapporto delle Nazioni Unite che, in mezzo una serie di accuse di manipolazione dei fatti politici dello Yemen, tra cui favorire il rovesciamento del legittimo governo yemenita il mese scorso, denuncia anche come l’ex presidente dello Yemen abbia accumulato una fortuna personale che si stima variare dai 32 miliardi ai 64 miliardi di dollari. Più di cinque volte il budget annuale dello Yemen.
Secondo il rapporto, che cita fonti governative anonime ed è stato compilato da un gruppo di quattro esperti, il tesoro dell’ex rais yemenita sarebbe stato costruito negli anni attraverso pratiche di corruzione, con particolare riferimento ai contratti di gas e petrolio in cambio della concessione di diritti esclusivi per le aziende che lavoravano nel paese. Ma anche grazie al prelievo “forzoso“ dei soldi provenienti dal programma di sovvenzioni del combustibile, che utilizzava fino al 10% del PIL dello Yemen. Inoltre, secondo analisti economici yemeniti l’ex presidente Saleh avrebbe anche venduto grandi lotti di terreno in cambio di somme non inferiori ai 20 miliardi di euro, collocati in conti bancari multipli e con intestatari falsi.
Se la stima dovesse rivelarsi vera, Saleh sarebbe la quinta persona più ricca del mondo, arrivando di poco sopra il CEO di Oracle Larry Ellison, che ha un valore stimato di 54,1 miliardi dollari secondo la celebre rivista Forbes. Sempre se vera, Saleh sarebbe anche il più ricco uomo d’affari del Medio Oriente, eclissando anche il principe saudita Alwaleed Bin Talal al-Saud, il cui impero ha un valore di circa 22,9 miliardi dollari.
Nonostante tale presunta ricchezza possa sembrare scandalosa, quella di Saleh è in realtà molto al di sotto di quella accumulata dai precedenti leader arabi durante gli anni al potere: il tesoro di Muammar Gheddafi, che ha governato la Libia per oltre 40 anni, è stato stimato in 200 miliardi di dollari, prima di essere spodestato nel 2011. E il rais egiziano Hosni Mubarak, prima delle rivolte popolari in Egitto, possedeva una fortuna stimata tra i 40 e i 70 miliardi di dollari. Secondo il Washington Post, tuttavia, questa somma poteva essere fatta lievitare alla sconcertante cifra di 700 miliardi di dollari “se si consideravano anche il valore di aziende, oro, cash, e altri oggetti di proprietà dello Stato“.