“Dopo l’operazione di Quneitra e la risposta a Shebaa annuncio che non sono più interessato alle regole di ingaggio. Il mio messaggio di oggi è che, da ora in poi, per ogni membro di Hezbollah che viene ucciso si riterrà Israele responsabile per esso, e risponderemo nel modo in cui decideremo” (di Nino Orto)”Israele pensa di poter minacciare e aggredire chiunque voglia senza che nessuno abbia la possibilità di opporsi”. Lo ha dichiarato Sayed Nashrallah, leader del movimento sciita libanese degli Hezbollah, durante il suo discorso di oggi all’interno del Complesso di Sayyed Al-Shohadaa, nel quartiere meridionale di Dahiyeh, a Beirut. Il raduno, organizzato per dichiarare pubblicamente la posizione della milizia sciita nei confronti dell’attacco israeliano di quasi due settimane fa a Quneitra, nel Golan siriano, in cui sono rimasti uccisi diversi ufficiali di Hezbollah e un generale iraniano, era atteso da tempo.
Con l’escalation di appena due giorni fa nelle fattorie di Sheeba, al confine tra Israele e Libano, in cui Hezbollah ha rivendicato l’attacco costato la vita a quattro soldati israeliani, si teme infatti per un ulteriore escalation di violenza nella regione, e il discorso di oggi di Nasrallah potrebbe rivelarsi una cartina tornasole delle intenzioni dei contendenti. “Israele teme la presenza di alcuni combattenti Hezbollah nel Golan, ma è tollerante con la presenza della branca siriana di al–Qaeda e tutto il suo arsenale militare in quella stessa regione” ha dichiarato ironicamente il Segretario Generale degli Hezbollah chiedendosi “come mai Israele non è preoccupato per la presenza di questa organizzazione terroristica in Golan ma, anzi, Netanyahu stesso finanzia le visite dei loro feriti?“.
“Una delle prime conseguenze dell’uccisione di questi martiri è che Israele è adesso in allerta, e la paura è aumentata proprio in attesa della risposta di Hezbollah. Israele deve sapere che non può colpire ed andare a dormire sonni tranquilli, come se avesse ammazzato degli insetti” ha ribadito Hassan Nasrallah, affermando come “né l’Iran nè la Siria hanno cercato di impedirci di rispondere, come alcuni analisti hanno sostenuto, perché nessuno dei nostri amici accetta il fatto di poter esser umiliati o uccisi e restare seduti a guardare“.
“Dal primo momento in cui siamo stati certi della vendetta, non abbiamo avuto alcun dubbio su di esso neanche per lo 0,01%. Israele doveva essere punito, e questo valeva il sacrificio. L’operazione è stata avviata e si è conclusa senza che Israele avesse la minima idea di quello che stava accadendo. Questo è un messaggio per gli amici di fronte al nemico” ha poi ribadito il leader sciita.“Dopo l’operazione di Quneitra e la risposta a Shebaa annuncio che non sono più interessato alle regole di ingaggio. Il mio messaggio di oggi è che, da ora in poi, per ogni membro di Hezbollah che viene ucciso si riterrà Israele responsabile per esso, e risponderemo nel modo in cui decideremo“.