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Il conflitto a distanza tra Israele e la milizia degli Houthi continua in un crescendo di minacce ed attacchi da entrambe le parti. Gli Houthi, ufficialmente noti come Ansar Allah, sono un gruppo paramilitare sciita originario del nord dello Yemen e sono ampiamente riconosciuti come un proxy dell’Iran nella regione.
La capacità degli Houthi di effettuare attacchi con missili e droni a lungo raggio, unita alla loro posizione strategica vicino alle rotte di navigazione internazionale nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, li rende un elemento cruciale nella strategia regionale dell’Iran per controbilanciare Israele e i suoi alleati.
Verso la fine del 2024, le tensioni sono aumentate drammaticamente. Secondo le Forze di Difesa Israeliane (IDF), gli Houthi hanno lanciato circa 40 missili interncontinentali e 320 droni verso il territorio israeliano dall’inizio dell’escalation a Gaza. Sebbene la maggior parte sia stata intercettata dai sistemi di difesa aerea israeliani, alcuni hanno raggiunto i loro obiettivi senza tuttavia causare danni ingenti. Questo rappresenta un significativo miglioramento nelle capacità operative degli Houthi, il che suggerisce un addestramento professionale ed armamenti avanzati forniti dall’Iran.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, è stato inequivocabile nella sua risposta. A Dicembre Katz dichiarava:”prenderemo di mira tutti i leader degli Houthi e li colpiremo come abbiamo fatto in altri luoghi in Medio Oriente”. Questa dichiarazione è stata seguita da una serie di raid aerei israeliani che negli ultimi giorni hanno colpito leader e infrastrutture degli Houthi con il fine – secondo fonti israeliane – di paralizzare le capacità del gruppo di continuare i suoi attacchi.
L’influenza iraniana e le dinamiche regionali
Gli attacchi degli Houthi si allineano per certi versi con gli obiettivi geopolitici dell’Iran nella regione seppure con declinazioni diverse. Equipaggiando e addestrando gli Houthi, Teheran cerca di aprire un fronte meridionale contro Israele, impegnando risorse e complicando i calcoli strategici di Tel Aviv. Questo rispecchia il ruolo svolto da Hezbollah lungo il confine settentrionale di Israele fino a poco tempo fa.
Il conflitto si inserisce anche nella strategia regionale iraniana per destabilizzare le rotte marittime globali e gli alleati dell’Occidente nella regione. La vicinanza degli Houthi allo stretto di Bab el-Mandeb -un punto di passaggio cruciale per il commercio internazionale- amplifica infatti il loro valore strategico per l’Iran. Gli attacchi alle navi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden evidenziano la capacità degli Houthi di destabilizzare la regione.
Contromisure israeliane
Israele nelle ultime settimane ha intensificato gli sforzi di intelligence e operativi contro gli Houthi. Secondo notizie non confermate, sono state impiegate capacità avanzate di sorveglianza e attacco, inclusi droni e operazioni informatiche, per identificare ed eliminare i leader degli Houthi. Negli ultimi giorni, diverse figure di spicco della milizia sarebbero stati uccisi in attacchi mirati, causando un clima di paranoia interna al gruppo. Gli Houthi hanno infatti aumentato il controllo interno a Sanaa, sospettando la presenza di spie tra i loro ranghi, mentre la leadership del gruppo si è rifugiata in bunker sotterranei evitando qualsiasi tipo di comunicazione elettronica.
Il coinvolgimento degli Stati Uniti
Anche gli Stati Uniti hanno svolto un ruolo chiave nel contrastare la minaccia degli Houthi. Lo scorso 3 Gennaio, il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) ha annunciato attacchi mirati contro strutture sotterranee utilizzate dagli Houthi per lo stoccaggio di armi e missili. Queste strutture erano presumibilmente collegate ad attacchi contro le navi della Marina statunitense e le navi commerciali nel Mar Rosso. Sebbene gli attacchi statunitensi non abbiano causato vittime, sottolineano il più ampio sforzo internazionale per contrastare la minaccia posta dagli Houthi e dai loro sponsor iraniani.
Una guerra più ampia
L’attuale escalation tra Israele e gli Houthi si inserisce nel contesto di un conflitto multidimensionale per Israele. Dall’Ottobre 2023, Tel Aviv è impegnata in una guerra su più fronti che comprende gli Hezbollah in Libano, le forze iraniane in Iraq, i gruppi militanti palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. Il coinvolgimento degli Houthi aggiunge una nuova dimensione a questo complesso conflitto, evidenziando ulteriormente la natura interconnessa della geopolitica mediorientale.
Per Israele, la posta in gioco è alta. Neutralizzare con successo la minaccia degli Houthi garantirebbe il fronte meridionale e ridurrebbe la capacità dell’Iran di proiettare la sua forza militare tramite proxy. Per gli Houthi, le loro azioni rappresentano una dimostrazione di fedeltà a Teheran nonchè un mezzo per affermare la loro rilevanza sulla scena internazionale
Tuttavia, con l’escalation in corso, cresce anche il rischio di una più ampia destabilizzazione regionale. L’impegno di Israele nel perseguire una strategia di contenimento, unito alla determinazione degli Houthi nel portare avanti la loro offensiva su vasta scala, potrebbe portare nei prossimi mesi a nuovi attacchi da entrambe le parti e a un’ulteriore intensificazione del conflitto a distanza.