“Ad emergere è la prima testimonianza diretta di chi avrebbe personalmente colpito il Comandante dei pasdaran iraniani. A riferire la storia è il quotidiano in lingua araba Zaman al Wasl che ha incontrato l’ufficiale dei ribelli responsabile dell’attacco” (di Redazione) La notizia è una di quelle da prendere con le dovute precauzioni ma, se confermata, avvallerebbe le numerosi voci che nelle ultime settimane hanno parlato sempre più insistentemente del presunto ferimento (o addirittura la morte) del comandante delle “Quds Force” iraniane, generale Qassem Soleimani. Ad emergere è la prima testimonianza diretta di chi avrebbe personalmente colpito il Comandante dei pasdaran iraniani. A riferire la storia è il quotidiano in lingua araba Zaman al Wasl che ha incontrato l’ufficiale dei ribelli responsabile dell’attacco.
Durante l’intervista, il tenente dei ribelli Abu Majd Homsi, comandante di un battaglione anti-carro nella campagna militare che si combatte nel fronte a sud di Aleppo, ha risposto alle domande riguardo le circostanze e le condizioni del presunto ferimento di Soleimani.“Dopo l’inizio dell’offensiva nelle campagne a sud di Aleppo, pesantemente sostenuto dalle milizie sciite, dagli iraniani e dai volontari iracheni e afghani, ci hanno chiesto di convergere nell’area tenuta dai ribelli per contrastare l’avanzata governativa. Quando sono arrivato in prima persona al fronte, e dopo aver analizzato le informazioni, ho scoperto che il generale Soleimani era presente nella zona per partecipare ad una riunione che avrebbe avuto luogo in una moschea nella città di Atbad, a breve distanza da una collina in cui si trovavano numerose jeep cariche di ufficiali iraniani”
Il tenente dei ribelli Abu Majd Homsi
Homsi continua affermando come “in quella collina, secondo le informazioni, c’erano oltre le jeep anche una mitragliatrice calibro 14.5 e munizioni che abbiamo subito preso di mira. Dopo un pò abbiamo notato confusione e movimenti concitati nel fronte nemico fino a quando una macchina è passata per ispezionare la situazione: a quel punto abbiamo nuovamente colpito con i nostri razzi e mi ha sopreso la presenza di fumo proveniente da due jeep”
“Esaminando i veicoli colpiti e attraverso il monitoraggio e il costante follow-up, ho ricevuto la notizia della presenza di ufficiali iraniani sul fronte. A quel mi sono precipitato ad osservare meglio la jeep colpita con i nostri razzi dove è subito apparso chiaro che il nostro razzo aveva distrutto il mezzo e lasciato a terra 3 dei 4 occupanti. Quella stessa sera, il 14 novembre scorso, abbiamo ricevuto informazioni dall’ospedale di Aleppo riguardo la presenza di un’ambulanza pesantemente scortata con tre morti e un ferito a bordo“.
Riguardo le notizie contrastanti sulla sorte di Soleimani, in cui alcuni affermano sia ferito mentre altri si spingono fino a dichiararlo morto, mentre altre ipotesi si differenziano per l’entità del suo infortunio tra molto serio e lieve, il tenente Abu Majd Homsi ha dichiarato: “è naturale che l’Iran neghi qualsiasi notizia che riguardi il ferimento, o addirittura la morte, del generale iraniano; Soleimani è una grande figura simbolica, e ogni notizia che riporti di un suo ferimento in mezzo alla sanguinosa campagna per la conquista di Aleppo influenzerà il morale delle milizie. E quindi normale che l’Iran stia cercando di negarlo o nasconderlo, o rinviarlo il più possibile, in attesa di metabolizzare lo shock per la notizia, o per aspettare una possibile guarigione di Soleimani“.
E a proposito dell’efficacia del suo attacco e della nuova strategia dei ribelli afferma: “ribadisco che l’accuratezza nel targeting delle jeep in questione era molto alta: secondo le nostre fonti il veicolo è stato colpito nel punto esatto in cui il razzo ha la massima efficacia nell’eliminare tutti coloro che si trovavano all’interno del veicolo.Inoltre siamo riusciti nelle battaglie per il controllo a sud di Aleppo ad abbattere il maggior numero di ufficiali iraniani rispetto ad altre battaglie su altri fronti; questo è dovuto alla efficacia della nostra strategia di intercettare e controllare tutti i movimenti delle vetture degli ufficiali. Non sarebbe improbabile che anche Soleimani fosse caduto in uno di questi attacchi“.
Riguardo le conseguenze che il possibile ferimento (o la morte) del generale iraniano potrebbe avere sulle milizie sciite in Siria il tenente ha dichiarato: “la morte o l’assenza dai campi di battaglia da parte di Soleimani, con il suo simbolismo e la sua storia personale, senza dubbio avrà un profondo impatto sui suoi subordinati, siano essi ufficiali o semplici miliziani; ho personalmente osservato come il corso della battaglia nella campagna del sud di Aleppo sia cambiato dopo il presunto ferimento del generale; le milizie governative sono passate dall’attacco alla difesa, ed ora i ribelli sono stati capaci di riprendere l’iniziativa e di avanzare verso posizioni precedentemente sotto il controllo del regime e delle sue milizie“.