Un’inchiesta del Washington Post svela i segreti della moglie di Baghdadi: forte, indipendente e bella (di Redazione) Il quotidiano statunitense “The Washington Post” ha recentemente pubblicato un inchiesta dei giornalisti Hugh Taylor e Susan Haydmous che cerca di fare luce sulla figura di Saja al-Dulaimi, detenuta da parte delle autorità libanesi, e presunta moglie del Califfo iracheno Abu Bakr al-Baghdadi.
Secondo quanto ricostruito dall’intelligence libanese, la al-Dulaimi, bloccata qualche mese fa con documenti falsi mentre cercava di attraversare il confine siro-libanese, sarebbe stata sposata tre volte, l’ultimo sei anni fa con un cittadino iracheno per un breve periodo non superiore ai tre mesi, successivamente identificato come il leader dell’organizzazione jihadista Baghdadi. Riscontri che, secondo i funzionari, sarebbero avvallati da un certo numero di membri della famiglia Dulaimi che sono coinvolti in attività armate in Iraq e Siria, tra cui suo padre Hamid, che ha giurato fedeltà allo Stato Islamico, ed è stato ucciso mentre combatteva nei pressi di Homs.
L’approfondimento, basato su dichiarazioni di funzionari e militari libanesi, la descrive come una donna “forte e indipendente“, che avrebbe trasferito negli ultimi anni “non meno di 200 mila dollari” ai jihadisti attivi lungo il confine tra Siria e Libano. Secondo i funzionari libanesi era infatti “facile” per la al-Dulaimi accedere ai campi profughi siriani nella città di Arsal, nella regione montana nel nord del Libano, dove sono attivi i traffici transfrontalieri.