Secondo i dati delle Nazioni Unite pubblicato nel mese di agosto, più di 190.000 persone sono state uccise in Siria da quando sono iniziati i combattimenti tra le forze del regime e quelle dell’opposizione. (di Redazione) Continua la mattanza delle uccisioni mirate tra i ranghi degli antigovernativi nel conflitto in Siria. La serie di omicidi nella Ghouta orientale hanno raggiunto livelli elevatissimi, con almeno 5 leader ribelli uccisi solo questa settimana.
I più potenti gruppi ribelli della Ghouta piangono infatti due dei loro principali comandanti. Hassan Raheeb, alto comandante della Ummah Army, ucciso ieri nella città di Harasta, mentre Yousef Abdul Wahhab, comandante di spicco dell’Esercito dell’Islam, è stato assassinato la scorsa settimana ad al-Reihan, villaggio vicino alla città di Douma. Con sviluppi inquietanti anche Ali al-Hajji, un’attivista molto conosciuto, è stato freddato nel campo profughi palestinese di Yarmouk.
Secondo i dati delle Nazioni Unite pubblicato nel mese di agosto, più di 190.000 persone sono state uccise in Siria da quando sono iniziati i combattimenti tra le forze del regime e quelle dell’opposizione.