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Iraq: indagine Usa su utilizzo armi chimiche

by Osservatorio
12 March 2017
in News
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Iraq: indagine Usa su utilizzo armi chimiche
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“Lo scorso 15 luglio un proiettile di mortaio del calibro di 120 millimetri ha colpito alcune postazioni curde in prossimita’ della diga di Mosul.Secondo alcune testimonianze, il proiettile sarebbe stato caricato con sostanze a base di cloro. Ad esso sarebbero seguiti altri attacchi con armi simili.” (di Redazione) Gli Stati Uniti hanno dato il via ad una serie di indagini per verificare se lo Stato islamico stia utilizzando armi chimiche dopo la serie di denunce lanciate nei giorni scorsi dalle forze Peshmerga curde in Iraq. A riferirlo un comunicato della Amministrazione Obama. Alistair Baskey, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha detto che gli Stati Uniti stanno prendendo le accuse dei miliziani curdi “molto seriamente” e starebbero raccogliendo maggiori informazioni per comprendere quanto accaduto, notando che in piu’ di un’occasione lo Stato islamico e’ stato accusato di utilizzare armi chimiche.

“Continuiamo a monitorare da vicino questi rapporti, e ricordiamo che qualsiasi uso di prodotti chimici o materiale biologico come arma e’ completamente in contrasto con gli standard e le norme internazionali“, ha detto Baskey in un comunicato. Secondo un funzionario degli Stati Uniti e’ plausibile che i jihadisti abbiano utilizzato tali armi. Nei giorni scorsi un funzionario del ministero della Difesa tedesco, in contatto con i militari incaricati di addestrare i guerriglieri curdi Peshmerga, ha dichiarato che i guerriglieri erano stati colpiti da un attacco condotto con armi chimiche a sud ovest di Erbil, nella regione autonoma del Kurdistan iracheno.

Diversi combattenti avrebbero subito gravi ferite e danni alle vie respiratorie. Numerosi esperti iracheni e statunitensi avrebbero gia’ raggiunto il luogo dell’attacco per raccogliere maggiori informazioni. Da una prima analisi appare che i terroristi avrebbero utilizzato gas a base di iprite, noto anche come “gas mostarda” per il suo odore.

La possibile presenza di arsenali chimici e biologici e di materiali per la costruzione di ordigni di questo tipo nei depositi del governo caduti nelle mani dello Stato islamico ha reso sempre piu’ alto il rischio di impiego di tali armamenti da parte dello Stato Islamico. In luglio le Unita’ di difesa del popolo curdo (Ypg) avevano infatti gia’ denunciato di essere stati colpiti da attacchi chimici condotti fra il 28 e il 29 giugno dallo Stato islamico nella provincia di al Hasaka, nella Siria orientale.

A denunciare l’azione compiuta dai terroristi era stato il portavoce delle Ypg, Redur Xelil, il quale aveva precisato che solo grazie alle rapide cure fornite dagli ospedali locali nessuno dei miliziani colpiti dall’attacco chimico e’ deceduto. L’utilizzo da parte dello Stato islamico di armi chimiche e’ stato denunciato anche dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione con sede nel Regno Unito, il quale sostiene di avere prove concrete della natura degli attacchi, fra cui immagini e filmati. Lo scorso 15 luglio un proiettile di mortaio del calibro di 120 millimetri ha colpito alcune postazioni curde in prossimita’ della diga di Mosul.

Secondo alcune testimonianze, il proiettile sarebbe stato caricato con sostanze a base di cloro. Ad esso sarebbero seguiti altri attacchi con armi simili. Lo scorso 7 agosto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato in favore della risoluzione che servira’ a creare uno strumento volto a individuare la responsabilita’ degli attacchi chimici in Siria. La risoluzione, redatta dagli Stati Uniti in una insolita cooperazione con la Russia, e’ stata approvata all’unanimita’ dai 15 membri del Consiglio.

La misura rappresenta il piu’ significativo passo da parte del Consiglio sulla questione delle armi chimiche in Siria dopo l’impegno da parte del governo del presidente siriano Bashar al Assad nel distruggere il suo arsenale chimico e aderire al Trattato di non proliferazione delle armi chimiche. Tuttavia, nonostante l’impegno del governo e la distruzione delle 1.300 tonnellate di materiale dichiarato dal governo di Damasco, un numero sempre crescente di attacchi con ordigni al cloro e’ stato registrato in questi ultimi mesi. 

(di Redazione) Gli Stati Uniti hanno dato il via ad una serie di indagini per verificare se lo Stato islamico stia utilizzando armi chimiche dopo la serie di denunce lanciate nei giorni scorsi dalle forze Peshmerga curde in Iraq.

 

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Tags: Attacco chimicoIraqjihadistiOsservatorio MashreksiriaStato Islamico
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