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Siria: la nuova strategia di Al Nusra

by Osservatorio
7 Gennaio 2025
in Analisi
Reading Time: 2 mins read
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Anche se la leadership del gruppo continua a negare che la sua espansione sia un colpo di mano, l’offensiva di al-Nusra viene vista da molti come una nuova e più aggressiva strategia nella guerra in Siria

(di Nino Orto) Il Fronte di al-Nusra è stato fin dall’inizio uno dei protagonisti della rivolta in chiave jihadista contro il dittatore siriano Bashar al-Asad. Ora, ad affiancarsi allo Stato Islamico, la milizia affiliata ad al-Qaeda in Siria è diventato il gruppo dominante nella Provincia nord-occidentale del Paese, ed in particolare nella città di Idlib.All’inizio di questo mese, Nusra ha conquistato territorio e armi a scapito delle forze ribelli nella provincia e, secondo alcuni, la nuova strategia di al-Nusra mira non solo a far diventare la milizia il leader indiscusso tra le forze di opposizione, ma anche quello di eliminare tutti i potenziali nemici sul terreno e creare un “emirato”, proprio come quello istituito dal suo rivale dell’IS in Iraq.

“Penso che quello a cui stiamo assistendo nel nord della Siria sia il tentativo di Jubhat al Nusra di ritirare alcune delle loro risorse dai loro principali fronti con il regime, e di investire le stesse risorse per la conquista di terreno all’interno di aree controllate dai ribelli, e nella provincia di Idlib in particolare”. Lo ha dichiarato Noah Bonsey, un analista esperto di Siria per l’International Crisis Group.

Anche se la leadership del gruppo continua a negare che la sua espansione sia un colpo di mano, e che sia invece una guerra contro i leader ribelli corrotti che usano le armi per opprimere le persone, l’offensiva di al-Nusra viene vista da molti come una nuova e più aggressiva strategia nella guerra in Siria.

La Provincia di Idlib è strategica per qualsiasi fazione. Il valico di frontiera di Bab al-Hawa lungo il confine della Turchia rimane un’ancora di salvezza per ogni milizia. Secondo Bonsey il controllo di questo valico da parte di Nusra “li aiuta a generare entrate, il confine può essere infatti redditizio con il contrabbando di petrolio e altre cose.”

Secondo altri, il progetto di al-Nusra è quello di dichiarare finalmente il suo “stato islamico” nella provincia nord-occidentale. L’acquisizione di Idlib da parte di Nusra contribuisce “a competere con l’IS per l’opinione pubblica internazionale jihadista”, ha detto Bonsey.

La linea ufficiale del gruppo è sempre stata che non dichiarerà l’Emirato prima che il governo siriano sia stato rovesciato. Ma, anche se i leader di Nusra hanno sempre affermato di voler condividere il potere, non tutti i gruppi che combattono il governo di Assad vogliono uno stato islamico.

Ci sono coloro che lottano per una società civile democratica, con tali gruppi che sono stati indeboliti fino quasi a scomparire a Idlib. Ci sono invece altre fazioni in città- le cosiddette brigate islamiche come Ahrar al-Sham- che condividono il progetto di al-Nusra di uno stato islamico, ma che ancora non hanno dichiarato fedeltà ad al-Qaeda. Saranno sopratutto queste che faranno da ago della bilancia nella futura guerra intrajihadista.

(di Nino Orto) Il Fronte di al-Nusra è stato fin dall’inizio uno dei protagonisti della rivolta in chiave jihadista contro il dittatore siriano Bashar al-Asad. Ora, ad affiancarsi allo Stato Islamico, la milizia affiliata ad al-Qaeda in Siria è diventato il gruppo dominante nella Provincia nord-occidentale del Paese, ed in particolare nella città di Idlib.

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Tags: Ahrar al-ShamBashar al-Asaddiritti umani in siriafitnaguerra civile sirianaIraqISISjihadismolotta intrajihadistaNusrasiriaStato Islamico
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